Osservo i loro volti provati dalle ore piccole, l'alcool li ha reso meditabondi. E' venerdì, sono rilassati, domani dormiranno e si prenderanno la loro piccola rivincita sulla vita.
Li osservo e mi chiedo chi siano, da dove vengano, perché quelle rughe su fronti così giovani? Cosa o chi li tormenta? Quali storie nascondono?
Siamo fermi. Dalle porte aperte esalano effluvi estivi dei fiori di qualche albero da frutto e colorano l'aria di profumi gustosi. Mentre in questo profumo cerco una guida mi chiedo se anche nel verde della Natura ci sentiremmo così soli ed isolati. Mi chiedo se esista una medicina a questa a condanna che chiamiamo solitudine.
Si dice che l'Amore e l'unione di due anime, maschile e femminile, sia la panacea definitiva. La sintesi finale che rimedia alla divisione del grande spirito e io in questo nirvana mistico, riscatto e premio degli infelici, credo davvero, ma qua non lo vedo. Sarò cieco, sordo e testardo, ma vicino a me vedo solo spauriti occhi in cerca di sicurezza.
Sì, lo so, la gelosia è debolezza ed insicurezza, ma quando mi guardo intorno e vedo queste facce smarrite, allora capisco che forse la gelosia altro non è che un modo infantile di dire ti amo e ti voglio vicino a me perché perderti mi farebbe male. Quando nel silenzio sento questo, allora ho pietà di loro e di me, quasi mi commuovo alle loro e alle mie piccole miserie e penso che in fondo, quello che conta davvero, è che siamo tutti uomini, fratelli e sorelle di una grande famiglia che non morirà mai perché il suo nome è la Vita.
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