mercoledì 14 luglio 2010

Tutto il passato è già morto

Ci sono occasioni durante le quali capiamo di aver fatto qualcosa, di aver assunto un atteggiamento che non ha portato a niente di buono nella relazione con un'altra persona che ci era così vicina. In fondo tante cose belle, e sicuramente bella è l'amicizia, nascondono dei pericoli, a volte vere e proprie trappole. Non so chi abbia messo queste trappole, un'idea ce l'ho ma non è questo il punto. Il punto, semmai, è quando ci cadiamo. E non solo ci cadiamo accorgendoci ben presto di esserci caduti ma addirittura ci autogiustifichiamo dietro sentimenti nobili chiamati imprudentemente Amore al solo fine di crearsi un alibi, interno o esterno, inconscio o conscio, per poter continuare a cadere in quella trappola.
Sì, perché a differenza della preda che con una zampa in una tagliola si dimena disperatamente per salvarsi, noi nella trappola ci adeguiamo, ci prepariamo ad una lunga battaglia di conquista a bassa intensità e a nulla vale quella vocina ragionevole, tanto fiebile nella nostra testa, dell'amico saggio che ci avvisa apertamente su quello che sta accadendo.
Niente da fare. Si prosegue avanti, imperterriti convinti che in fondo ci sia quello che cerchiamo perché è sempre la speranza, la speranza che il sogno si avveri, che ci frega.
E allora quando poi finisci per sbatterci il muso contro naturalmente ti fai male, anche molto male. Hai voglia di lamentarti, di compiangerti ma se sei fortunato hai qualcuno che ti dice da subito di non farlo, perché così ci si rende solamente patetici se non altro di fronte a tutti quelli che non hanno sufficiente emaptia e senso della pietà per commiserare sinceramente chi soffre e chi chiede solo conforto agli altri.
Vedi che ormai è fatta, il vaso è rotto, i silenzi e le parole ruvide parlano chiaramente già un'altra lingua, un altro dialogo, suoni diversi quasi incomprensibili. Quello che è successo è chiaro. Protesi verso un futuro inesistente e utopistico, eppure testardamente attaccati ai propri sogni come muli, ci rifugiavamo almeno nel passato ingenuo, nei momenti piacevoli e nelle loro più fantasiose rielaborazioni ed interpretazioni.
Ma ora il gelo è piombato come un'eclissi malvagia sulle emozioni, c'è freddo, dentro e fuori e quello che si vede è desolazione, è un tempo che non c'è più ma che in realtà non c'è mai stato. Era un passato che viveva soltanto in noi e in quella speranza. Adesso è un passato che è morto, morto come qualsiasi cosa che abbiamo amato e che non avremo mai più.

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